Dal 16 DIC al 28 FEB, Convitto Ragusa, Noto
L’arte di Enzo Indaco: introspezione e comunicazione con il mondo
La mostra, a cura di Ornella Fazzina in collaborazione con Carmela Cirinnà, è patrocinata dal Comune di Noto, organizzata da NotArte artisti associati, Studio Barnum contemporary di Vincenzo Medica e coordinata da Paolo Greco.
Si tratta di un’accurata selezione di opere pittoriche, documentata da reportage fotografici e scritti critici relativi a un sessantennio di straordinaria attività del celebre artista di Paternò.
Enzo Indaco attualmente vive e lavora tra Catania e Taormina. Il suo è un percorso artistico lungo e intenso: a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60 è tra i precursori della Land Art in Italia; all’inizio dei ’70 esplora il mondo della pittura utilizzando esplosioni di colori caldi tipici dei paesaggi isolani. Di seguito il picchettìo dei pennelli, il punteggio delicato, l’uso dei pastelli e il figurativo morbido attraversano la sua creatività: siamo negli anni ’80 e Indaco è già indiscusso protagonista durante la Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, in alcune importanti edizioni della Biennale di Venezia, all’ “International Art” di Basilea e al “73 Art” di New York. Negli anni ’90 l’apparente stasi dell’artista rappresenta un momento di grande riflessione, che va a sfociare all’inizio del nuovo millennio nel recupero del culto mitologico e rituale della terra siciliana.
Ecco come Ornella Fazzina descrive l’introspezione del più recente e penetrante rapporto di Enzo Indaco con la sua arte: « Lo scorrere impetuoso della vita egli lo esprime attraverso il suo agire. Ed è così che affronta la tela, grande o piccola che sia, trasferendo energicamente un suo vissuto, un’impressione, una suggestione, uno stato d’animo che si traducono in una tempesta cromatica e formale che sembra obbedire al gesto dell’artista il quale dà vita a paesaggi siciliani, dimostrando come nell’approccio con la creazione pittorica, l’amore per la sua terra, per la sua luce, per l’Etna è totale e viscerale».
Un’idea assoluta di comunicazione artistica profonda con se stesso e verso l’altro da sé, che Carmela Cirinnà coglie attentamente: «I lavori si collocano come un mondo ideale di fronte ad un mondo reale: lo trascendono, lo purificano, lo ricreano mitizzandolo e rendendolo perciò più certo. La pittura è densa di richiami e di suggestioni dove la luce è così carica di significato e così concentrata di sentimento da risultare sempre insostituibile. Mediante l’intensità allucinata delle immagini, Enzo Indaco tenta di giungere a contatto con l’anima e mediante questa esprimere il mistero dei suoi legami con il mondo».
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2018 con i seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 16 alle 20; dal venerdì alla domenica (compresi i giorni festivi) dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 20.
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